Last Chance Records Official Website

Artist: The FlapJacks
Location: Portland, U.S.A.
Line-up: Kelly Manahan (guitar), Danny Knudsen (drums) / Steve Casmano (bass) / Louie Samora (guitar)
Album: Move To Mars
Label & Pubblication Year: Last Chance Records, 2004
Tracklist: Move To Mars / Booze / Bird Of Death / I Ain't The One / Tacos'N'Tequila / Get Ready To Rumble / Parade / Space Dust / Boom Boom Boom / She Rocks / Oh Yeah / Sick Bitch / Time To Go / Motion Lotion
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Dopo avere recensito la Muddy River Nightmare Band e la loro ultima uscita "Who Will Be The Lucky Pierre?", mi sono dannato l'anima per reperire informazioni on-line riguardanti la loro label: ovvero la Last Chance Records. Bene dopo viaggi cosmici, supportato dal prode navigatore Google, sono giunto inaspettatamente al sito ufficiale dell'etichetta di Portland, e quindi questa recensione inizia con un'errata corrige: precedentemente affermavo che il sito ufficiale non esisteva invece ora posso dirvi il contrario, anche se scoprirlo non è stato certo un gioco da ragazzi. La Last Chance Records è nata nel 1997 dall'idea comune di Brent Carnes (anche attuale membro della Muddy River Nightmare band), Andy Gilbert e Pat Kearns per dare un'opportunità alle ottime bands locali di immetere sul mercato le loro produzioni. La disponibilità economica di supporto alla label è stata fornita da Mark Surratt, così vi posso dire che in passato la Last Chance ha stampato albums di The Jolenes, Cookie, The Smokes, The Goddamn Gentlemen e Big Jim più compilations assortite. Ecco quindi il momento dei concittadini ed amici The FlapJacks, band dedita al Rockabilly più puro ed incontaminato, che arrivano con questo "Move To Mars" al terzo lavoro sulla lunga distanza. Ascoltare i 13 brani contenuti in questo Cd è come fare un viaggio alle radici del rock'n'roll, quello di Re Elvis per intenderci. Tutto suona come se l'orologio fosse stato catapultato all'indietro di 50 anni e più, ma i The FlapJacks hanno il grande pregio di suonare con una grande classe, di riportare ai giorni nostri la lezione intatta nella forma e nei contenuti. Ed allora una simile missione è quantonemo onorevole e "Move To Mars" corre via, senza variazioni sul tema, lasciando una grande scia di primordiale divertimento. Vi avverto, non fate lo sbaglio di prestarlo al vostro padre cinquantenne, insospettabile vecchio basettone, perchè allora state pur certi che "Move To Mars" non lo rivederete mai più, o forse lo rivedrete un paio di mesi dopo, con la richiesta esplicita di farlo comparire con lusinghiera recensione sul vostro blog, sulla vostra 'zine o ovunque sia a voi possibile promozionarlo. Fra i mie episodi preferiti sottolineerei la spedita "I Ain't The One", la ribelle e maleducata "Sick Bitch" e "She Rocks" guidata da ottimi inserti pianistici. Ma da queste parti è tutto ben calibrato e ben suonato, è tutto riproposto con un feeling fuori dal comune e quindi il mio pollice guarda all'insù senza indugi. Se siete amanti dei tempi passati o cercate la strenna natalizia giusta per vedere i vostri genitori, dal passato ribelle, lanciarsi in incredibili evoluzioni danzereccie al ritmo dettato dall'incorruttibile Dio del Rock'n'Roll allora ordinate "Move To Mars" tramite il sito ufficiale della band, oppure appoggiandovi al vostro negoziante di fiducia. Se invece siete ricconi e volete esagerare, potreste inventarvi qualcosa di decisamente sopra le righe: chiamate i The Flapjacks e convinceteli a venire dalle nostre parti a predicare le sacre gesta di un Re al quale tutti noi amanti del genere dobbiamo la nostra gratitudine!

Recensione realizzata da Rossi Bruno

Vote: 7,5